Valmorbia, where on breaths of wind
the flowers of plants in clouds criss-crossed your depths,
conversing; where blind fate had thrown us down,
and we became oblivious to the world.
The guns fell silent; in your lonely womb
the Leno’s roar was all we heard.
A rocket blossomed on its stalk;
its tears fell faintly in the air.
The nights, all bright as dawn,
brought foxes to my lair.
Valmorbia, a name — and now, in my dim memory,
a land where darkness never comes.
Valmorbia, discorrevano il tuo fondo – Montale
Valmorbia, discorrevano il tuo fondo
fioriti nuvoli di piante agli àsoli.
Nasceva in noi, volti dal cieco caso,
oblio del mondo.
Tacevano gli spari, nel grembo solitario
non dava suono che il Leno roco.
Sbocciava un razzo su lo stelo, fioco
lacrimava nell’aria.
Le notti chiare erano tutte un’alba
e portavano volpi alla mia grotta.
Valmorbia, un nome — e ora scialba
memoria, terra dove non annotta.